Convegno “La nuova legge sugli ecoreati e il risanamento ambientale della Valle del Sacco”

 

Il 15 gennaio tappa ad Anagni dell’#ecogiustiziatour, la campagna itinerante di Legambiente per informare sulla norma che dopo 21 anni ha finalmente inserito i delitti ambientali nel Codice Penale.

Intervengono, tra gli altri, Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente, Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Luca Ramacci, magistrato della Corte di Cassazione.

 

Venerdì 15 gennaio 2016, alle ore 17.30, presso la Sala della Ragione del palazzo comunale di Anagni, Legambiente organizza un incontro pubblico dal titolo “La nuova legge sugli ecoreati e il risanamento ambientale della Valle de Sacco “. A moderare l’incontro sarà Carlo Ruggiero, giornalista autore di “Cattive Acque, storie della Valle del Sacco”, e dopo i saluti del Sindaco di Anagni, Fausto Bassetta e di Rita Ambrosino, responsabile del circolo Legambiente Anagni, interverranno Alessandro Bratti, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, Luca Ramacci, consigliere della Terza Sezione penale della Corte di Cassazione, il cap. Marco Cavallo del NOE, Enrico Fontana, segreteria nazionale di Legambiente, Roberto Scacchi, presidente Legambiente Lazio e Cristiana Avenali, Consigliere Regione Lazio. Concluderà l’incontro Stefano Ciafani, direttore generale di Legambiente.locandina ecogiustiziatour Anagni 15 gennaio 2016

 

L’incontro di Anagni è una delle tappe dell’#ecogiustiziatour, la campagna itinerante di Legambiente per informare sulla nuova legge n. 68 del 2015 che, dopo una estenuante attesa lunga 21 anni, ha finalmente introdotto nel codice penale il Titolo VI-bis sui delitti contro l’ambiente. La legge sugli ecoreati, approvata a larghissima maggioranza il 19 maggio 2015, è frutto del coordinamento di tre distinte proposte di legge di maggioranza e opposizione, a firma dei deputati Ermete Realacci (Pd), Salvatore Micillo (M5S) e Serena Pellegrino (Sel).

 

Le novità importanti di questa legge sono diverse. I cinque nuovi ecoreati del codice penale sono: inquinamento, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale radioattivo, impedimento del controllo e omessa bonifica. Le pene sono molto importanti: si va dalla reclusione da 2 a 6 anni per il delitto di inquinamento a quella da 5 a 15 anni per chi commette un disastro ambientale. I tempi di prescrizione raddoppiano, è prevista una lunga serie di aggravanti, tra cui quelle per lesione, morte, ecomafia e corruzione, e si possono eseguire le confische dei beni (anche per equivalente) in caso di condanna. La legge prevede anche sconti di pena per chi si adopera a bonificare in tempi certi (questo accelererà inevitabilmente il processo di risanamento in Italia) e un sistema di estinzione amministrativa dei reati minori se vengono rispettate in tempi certi le prescrizioni dettate dagli organi di controllo come l’Arpa. Si tratta di nuovi delitti che non sostituiscono o abrogano le leggi precedenti (continuano a esistere i reati contravvenzionali), così come il nuovo disastro ambientale si aggiunge al vecchio disastro innominato (art. 434 del codice penale), utilizzato dai magistrati prima dell’approvazione della legge sugli ecoreati.

Si tratta di una riforma che è il frutto di un percorso tortuoso, lungo e faticoso, che ha visto Legambiente in prima linea sin dall’inizio di questa avventura iniziata nel 1994, dimostrando l’enorme importanza che la società civile può assumere per imporre l’interesse collettivo al centro dell’azione politica, al di là dei singoli schieramenti partitici. Nell’occasione sarà presentato il libro “Ecogiustizia è fatta – Storia di una lunga marcia contro l’ecomafia in nome del popolo inquinato”, a cura di Enrico Fontana, Stefano Ciafani e Peppe Ruggiero, con la prefazione di Roberto Saviano, che descrive in 128 pagine i 21 anni di lavoro di Legambiente per far approvare la legge dal Parlamento italiano.