Il 22 ottobre  ad Anagni abbiamo proposto un tema un po’ diverso dai nostri argomenti “istituzionali”: per una volta non abbiamo parlato di Valle del Sacco, o di Rifiuti, o di Ecoreati, o bonifiche.

Volevamo contribuire a fare luce su due “falsi scientifici” dei nostri tempi:
La “dieta alcalina”, che, pur essendo molto di moda, non ha altri effetti che sul portafoglio in individui sani, mentre può averne -e ne ha avuti- su soggetti malati che ne hanno fatto uso pensando di guarire dalle più svariate malattie, peraltro curabili con le appropriate terapie medico-farmacologiche.
Poi la questione dei vaccini, decisamente più complessa. Una crociata moderna che rischia di avere effetti pesanti sull’intera società, colpendo i soggetti più deboli, i più manipolabili, i meno informati.

Abbiamo, perciò, organizzato un incontro con due esperti del CICAP -Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze- l’organizzazione di volontari che promuove indagini scientifiche e critiche nei confronti delle pseudoscienze, del paranormale, dei misteri e dell’insolito.

Il CICAP nasce nel 1989 per iniziativa di Piero Angela, noto giornalista e divulgatore scientifico, autore di storiche trasmissioni RAI (da “Destinazione Uomo” del 1971, a “Quark”, “SuperQuark” e “Ulisse”, solo per citarne alcune) e di un gruppo di scienziati, intellettuali e appassionati che decidono di mettere le proprie rispettive conoscenze e competenze a servizio della verità scientifica.
I soci fondatori del CICAP hanno sottoscritto la seguente dichiarazione comune:

“Giornali, settimanali, radio e televisioni dedicano ampio spazio a presunti fenomeni paranormali, a guaritori, ad astrologi, trattando tutto ciò in modo acritico, senza alcun criterio di controllo; anzi cercando, il più delle volte, l’avvenimento sensazionale, che permetta di alzare l’indice di vendita o di ascolto. Per questo portiamo avanti un’opera di informazione e di educazione rispetto a questi temi, per favorire la diffusione di una cultura e di una mentalità aperta e critica, e del metodo scientifico basato sull’evidenza nell’analisi e nella soluzione dei problemi”.

Legambiente da sempre, fonda le sue attività sull’ambientalismo scientifico: ci si interroga sui problemi, si studiano possibili soluzioni, si affrontano le tante tematiche che , nostro malgrado, affliggono il Paese,  con il rigore del “metodo scientifico”, la base di qualsiasi ragionamento scientifico da Galileo in poi. Per raggiungere la conoscenza della realtà oggettiva in maniera affidabile, verificabile e condivisibile, occorre anzitutto osservare un fenomeno, misurarlo con dati accurati, ipotizzare una teoria, analizzare i dati, essere in grado di condividerlo e riprodurlo. Con il rigore della sperimentazione e della scienza, appunto. Oggi, invece, sono sempre più diffuse idee e affermazioni pseudoscientifiche a sostegno di terapie di non provata efficacia, teorie del complotto, leggende urbane e falsificazioni storiche.

Sono stati nostri ospiti il dott. Silvano Fuso, che ci ha proposto uno studio sulla dieta alcalina già presentato al Festival della scienza di Genova nel 2015, e  la dottoressa Graziella Morace, primo ricercatore dell’istituto Superiore di Sanità, che ha presentato una interessante quanto dettagliata analisi sul tema vaccini e vaccinazioni.

Il nostro intento è stato quello di promuovere un’informazione corretta e documentata, per aiutare a capire e scegliere con razionalità.

Come prevedibile, il fronte anti-vaccinista non ha apprezzato affatto la relazione della dott.sa Morace, ci sono state veementi contestazioni in sala e si sono susseguiti commenti pesanti sui social network nei giorni successivi all’incontro.

E’ un tema “caldo”, ovviamente: quando c’è in gioco la salute dei bambini entrano in gioco fattori emotivi che possono far vacillare la razionalità. I commenti negativi si possono ben immaginare: complotto di Big Pharma, danni accertati, censura degli anti-vaccinisti da parte dei media ufficiali…

Noi vogliamo basarci sui dati. E i dati, ad oggi, dicono che il rapporto rischio /beneficio è decisamente spostato verso il beneficio.

Anche sul fronte dei commenti  sembra che la relazione della dott. sa Morace abbia avuto più sostenitori che detrattori: pubblichiamo di seguito due commenti che ci sono pervenuti  via Facebook.

Titti Ambrosino:
“Mi sono servite più ventiquattro ore per poter, con la necessaria calma, esprimere il mio parere sullo “spettacolo” cui ho assistito sabato sera. Incontro sulla “Dis-informazione scientifica” a cura del CICAP organizzato dal Circolo Legambiente di Anagni, al termine della chiara e corretta esposizione della relatrice dott.ssa Morace (validamente supportata da dati e statistiche) viene lasciato spazio alle domande ed una signora, molto compresa e compiaciuta di se nel suo ruolo di suffragetta, inizia a snocciolare una serie di affermazioni ed una sfilza di domande con un tono che ho trovato estremamente aggressivo e fastidioso ( il tutto, inoltre, palesemente preparato a casa e con un sentore di “imparato a memoria” francamente inopportuno). Sono figlia di un poliomielitico, un uomo che del suo handicap e’ riuscito a fare un punto di forza, ho sentito parlare dell’importanza dei vaccini e del loro valore sociale da sempre. Ho vaccinato le mie due figlie quando è stato il momento di farlo. Appartengo ad una generazione cui ancora poteva accadere di avere compagni di classe colpiti da poliomielite nella primissima infanzia e mai vorrei dover incontrare giovani colpiti da patologie la cui diffusione potrebbe riprendere forza a causa delle crociate intraprese da altri. Ritengo, anche se può sembrare antidemocratico, che le vaccinazioni debbano essere obbligatorie e che tale obbligatorietà vada fatta rispettare. Si tratta, infatti, di ragionare in termini di costo sociale del provvedimento: la libertà di scelta in relazione ai vaccini, in nome di presunti pericoli o reazioni avverse, possibili per qualsiasi farmaco, può portare alla ricomparsa di patologie ritenute debellate . Questa libertà si scontra con la necessità di impedirne la ricomparsa; la remota possibilità che il vaccino possa,in alcuni soggetti, causare danni deve essere necessariamente accantonata di fronte al danno certo causato da epidemie più o meno estese. Nella recente storia del nostro paese fu proprio una campagna di vaccinazione di massa che consenti’ di debellare il colera a Napoli nel 1973 in tempi rapidissimi (emergenza dichiarata chiusa a due mesi dalla comparsa dalla OMS). Per concludere mi piacerebbe conoscere le fonti ed i dati epidemiologici del “Fronte anti vaccini ” perché l’elenco delle sostanze contenute nei vaccini snocciolato dalla persona intervenuta mi è sembrato quantomeno fantasioso . Non si può giocare, in nome delle proprie personali crociate, con la salute di tutti.”

 

Anna Maria Rontani

Volevo esprimere le mie impressioni sull’incontro di sabato scorso “Dis-informazione scientifica” a cura del CICAP : L’evento è stato interessantissimo sia per la competenza dei relatori e sia per il dibattito che ne è scaturito, per cui ha certamente superato le aspettative. Fermo restando che tutti i risultati di una ricerca seria sono frutto del metodo scientifico, come ci ha insegnato Galileo Galilei, mi meraviglia molto il fatto che alcune persone, completamente sprovvedute, continuino a sostenere la loro posizione contro la pratica dei vaccini basandosi su dati inconsistenti e spesso dettati dalla paura nei confronti di alcune sostanze usate come additivi nei vaccini stessi, creando e alimentando allarmismi ingiustificati. Rispondeva giustamente la Dott.ssa Morace, alle varie provocazioni, che le quantità di alluminio o mercurio (di cui ha, in modo estremamente professionale, specificato la presenza nel vaccino distinguendo tra etil-mercurio e metil-mercurio, più tossico) sono talmente esigue rispetto alle quantità presenti nel pesce, nei cereali o in altri alimenti che ogni giorno ingeriamo, che è ridicolo parlare di pericolo causato dalla presenza dei metalli nei vaccini. E fa molto male vedere come invece gli “antivaccinisti” facciano leva proprio su osservazioni attuate in modo superficiale e conclusioni affrettate prive di fondamento, rifiutandosi di ammettere quante vite umane siano state invece salvate dalle varie campagne di vaccinazione che si sono succedute dagli anni sessanta ai nostri giorni (antipolio, per citarne una) e di come alcune malattie siano state quasi completamente debellate (difterite e tetano), come abbiamo potuto osservare dalle tabelle dei dati proiettate in sala. Il problema, sottolineava la dott.ssa Morace, è che non si ha la percezione del successo di tali campagne, essendo ormai sparite del tutto le malattie causate da virus e batteri contro i quali si somministrano i vaccini tradizionali ed essendo inoltre rarissimi i casi di complicazioni da vaccino. Quindi ben vengano tutti quegli incontri, conferenze, serate che spero aprano gli occhi e la mente anche a quelle persone che troppo facilmente si fanno abbindolare dai ciarlatani. Grazie

Al momento, non abbiamo ricevuto nessuna nota da chi la pensa in modo opposto.

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