La pubblicazione della richiesta di valutazione impatto ambientale per l’ennesimo impianto di trattamento rifiuti nella Valle del Sacco non può certo lasciarci indifferenti.

In questo caso si tratta di un impianto di notevole capacità, 60000 tonnellate per anno di FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), cioè il materiale proveniente dalla raccolta differenziata dell’organico (comunemente detto “umido”, essenzialmente di residui di cibo o preparazioni alimentari) e 24000 tonnellate per anno di residui lignei e vegetali (sfalci di potatura, segatura, etc.)

Dal sito della regione Lazio è possibile prendere visione della documentazione presentata dalla Società  ENERGIA ANAGNI SrL, cosa che ci riserviamo di fare compiutamente nei prossimi giorni anche con il contributo dei tecnici nazionali di Legambiente.

Il sito sorgerebbe accanto allo stabilimento ex Marazzi, attualmente Saxa Gres, presso il quale è in corso una sperimentazione –definita da una Determina Regionale e in collaborazione con CRITEVAT, Centro di Ricerche dell’ Università di Roma, La Sapienza- per la produzione di mattonelle che saranno fabbricate impiegando come matrice una quota di ceneri pesanti provenienti dall’ impianto di termovalorizzazione di San Vittore del Lazio. Se dovesse essere autorizzata la produzione, a regime, si tratterebbe dello smaltimento di 32000 tonnellate/anno di ceneri.

Teoricamente, i due impianti proposti sono in linea con il concetto di “Economia Circolare”, termine che definisce un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera.

In pratica, tuttavia, non si può non tenere conto della situazione ambientale e della lunga lista di richieste di impianti di trattamento rifiuti nella nostra provincia. Basta dare un’occhiata al sito della Regione, nella sezione Ufficio VIA-elenco progetti per rendersene conto.

Ricordiamo, oltre ai due citati, e solo per il comune di  Anagni:

-compostaggio, proposto da Ipercompost, capacità annua 30000 tonnellate

-trattamento rifiuti speciali, proposto da Tecnoriciclo Ambiente

-trattamento rifiuti speciali e pericolosi, proposto da Real Grassi

per una capacità complessiva di centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti che invaderebbero – è il caso di dirlo- le strade del nostro comune. Con relativo incremento di circolazione di veicoli pesanti e conseguente incremento di inquinamento atmosferico. Questo immaginando la condizione ideale, cioè che gli impianti lavorino al meglio, senza emissioni nocive di alcun tipo.

Un’altra osservazione è necessaria: a chi serve tutta questa potenza di smaltimento rifiuti? Non ad Anagni, sicuramente.

Dall’analisi delle tabelle MUD del comune di Anagni nel 2015 si evince che sono state raccolte poco meno di 6600 tonnellate di rifiuti urbani con una percentuale di raccolta differenziata di circa il 65%, corrispondenti a una quantità di rifiuti “pro capite” è pari a 306.57 kg in un anno.

La frazione umida raccolta nel 2015 è stata dichiarata pari a 2018 tonnellate. Decisamente inferiore alle 84000 tonnellate annue previste a regime per l’impianto proposto da Energia Anagni.

Quindi è chiaro che, approvando questo impianto, la Regione Lazio ci consacrerebbe definitivamente come Comune a vocazione “trattamento rifiuti”. Il tutto poi deve essere considerato e valutato nella pesantissima situazione ambientale nella quale, nostro malgrado, ci troviamo a vivere e della quale subiamo gli effetti in termini di salute e di qualità della vita.

In conclusione, e riservandoci di intervenire nel processo di Valutazione di Impatto Ambientale in corso presso la Regione, ribadiamo con forza la richiesta di una moratoria per gli impianti inquinanti nella Valle del Sacco e chiediamo al Sindaco di Anagni di farsi parte attiva nella valutazione avendo come obiettivo primo ed imprescindibile la tutela del territorio e della salute dei cittadini.

 

Rita Ambrosino

Legambiente Anagni

10 gennaio 2017