Il 18 giugno dalle 9:30 siamo chiamati a manifestare la nostra opposizione in occasione del sopralluogo che la Regione Lazio e gli altri enti competenti (Comune di Anagni, Provincia di Frosinone, ARPA-direzione tecnica e ASL Frosinone) svolgeranno presso l’inceneritore Marangoni.

Il sopralluogo è necessario nella procedura autorizzativa degli uffici regionali preposti, verso una riaccensione dell’inceneritore.

Come cittadini di Anagni e della Valle del Sacco dobbiamo essere presenti in massa, per dire a gran voce che:

NON VOGLIAMO la riaccensione dell’inceneritore,

NON VOGLIAMO che si riprendano a bruciare 48 tonnellate al giorno di Pneumatici Fuori Uso.

La cittadinanza di Anagni e dei comuni vicini ha già detto NO al progetto di incenerimento del CAR FLUFF:

DICIAMO UN ALTRO NO ALL’INCENERITORE MARANGONI PARTECIPANDO TUTTI ALLA MANIFESTAZIONE

Ma come si è arrivati a questo punto? la storia è lunga, ma crediamo che possa essere utile ricordare i passi che ci hanno portato fin qui… se volete saperne di più mettetevi comodi! Di seguito vi racconteremo tutto quello che è successo fino ad oggi.

Innanzi tutto, diciamo che questo sopralluogo è un atto dovuto, perché la Regione Lazio, a luglio del 2017, ha dichiarato chiusa con esito positivo la conferenza di servizi per il rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio dell’impianto di termocombustione della società Marangoni nel sito di Anagni, Via Anticolana.[1]

La Regione deve rispettare quanto richiesto da una Deliberazione di Giunta Regionale emessa nel 2008 per regolamentare il rilascio delle autorizzazioni agli impianti di gestione dei rifiuti [2], dove è previsto che alla chiusura con esito positivo di un procedimento di autorizzazione per un impianto di rifiuti faccia seguito un sopralluogo tecnico, prima del rilascio dell’autorizzazione all’esercizio. Questo sopralluogo, inizialmente era previsto per il 4 giugno e, successivamente, è stato posticipato a martedì 18 giugno 2019. 

1) ANTEFATTO

Nel 2001, la Regione Lazio autorizza Marangoni Tyre all’esercizio del termocombustore.[3] L’autorizzazione ha una durata di cinque anni ed è valida per l’incenerimento di Pneumatici Fuori Uso -PFU- (codice CER 160103 [4]) per un massimo di 36 tonnellate al giorno (13000 ton/anno).

Nel 2006 il Commissario Delegato per l’emergenza ambientale della Regione Lazio dispone il rinnovo dell’autorizzazione per ulteriori 10 anni.[5]Si autorizza un incremento della capacità di combustione di circa il 10%: massimo 39,5 ton/giorno (14220 ton/anno). Si autorizza anche l’incenerimento degli scarti di lavorazione dei battistrada prodotti nell’adiacente stabilimento di produzione pneumatici (codice CER 070299).

Nel 2012 si opera una fusione societaria tra Marangoni Tyre e MAIND srl e viene chiesta la voltura dell’autorizzazione ottenuta nel 2006.

Nel 2016 Marangoni chiede il rinnovo dell’autorizzazione all’incenerimento, secondo la vigente normativa, il Testo Unico Ambientale DLgs 152/2006, articolo 208.

Viene indetta la Conferenza di Servizi per il rinnovo dell’autorizzazione.

Cos’è la Conferenza di Servizi?

Si tratta di un procedimento tecnico-amministrativo previsto dal Testo Unico Ambientale. Tutti i soggetti che intendono realizzare e gestire nuovi impianti di smaltimento o di recupero di rifiuti, sono tenuti a presentare una domanda alla regione competente per territorio, allegando il progetto definitivo dell’impianto. È obbligatorio che il richiedente fornisca la documentazione tecnica per la realizzazione del progetto stesso, come previsto dalle disposizioni vigenti in materia urbanistica, di tutela ambientale, di salute, di sicurezza sul lavoro e di igiene pubblica.

La Regione, Direzione Politiche ambientali e Ciclo dei Rifiuti, individua il responsabile del procedimento e convoca la conferenza di servizi, alla quale partecipano:

  • i responsabili degli uffici regionali competenti e i rappresentanti delle autorità d’ambito e degli enti locali sul cui territorio è realizzato l’impianto (Comune, Provincia, ARPA, ASL, ecc…) 
  • Il richiedente l’autorizzazione, che è convocato per fornire ulteriori documenti, informazioni e chiarimenti. 

I soggetti portatori di interessi diffusi, anche costituiti in associazioni di cittadini aventi come scopo statutario la tutela del paesaggio e dell’ambiente possono intervenire, dopo aver presentato apposita richiesta di partecipazione, nella conferenza stessa producendo osservazioni e documenti, ma non hanno diritto di voto. Per i soggetti aventi diritto di voto nella CdS che non partecipano alle riunioni e non presentano osservazionivale il “silenzio assenso”, cioè la mancata risposta viene considerata come parere favorevole.

Legambiente, con Legambiente Lazio e con il Circolo di Anagni, ha partecipato alla conferenza di servizi. 

 

2) CONFERENZA DI SERVIZI

Conferenza di servizi per il procedimento di Rinnovo Autorizzazione ex art. 208 D.lgs 152/2006 – Impianto termodistruzione rifiuti non pericolosi limitatamente a pneumatici fuori uso con produzione di energia elettrica, società Marangoni SpA – Comune di Anagni –

Cronistoria del procedimento:

a) Avvio del procedimento di rinnovo autorizzazione – 23 settembre 2016

Sul sito della Regione Lazio, sezione RIFIUTI/PROCEDIMENTI IN CORSO, si possono trovare i dettagli del progetto.  

Marangoni chiede un incremento fino a 48 tonnellate al giorno di PFU, corrispondenti a 15600 tonnellate annue.

b) Prima seduta istruttoria – 8 novembre 2016

Vengono presentate osservazioni e memorie da parte del Comune di Anagni e di diverse associazioni, tra le quali Legambiente, nelle quali vengono esplicitate notevoli perplessità sull’impianto, tanto da chiedere alla Regione di non concedere l’autorizzazione.

L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – ARPA-, anche se non partecipa fisicamente alla Conferenza di Servizi, invia una relazione tecnica, la n.2013/2017, con diversi rilievi. In particolare, a causa del notevole incremento di massa incenerita[6]che costituirebbe una variante sostanziale al progetto originario, si richiede di rimandare il progetto ad una Verifica di Assoggettabilità a VIA (Valutazione di Impatto Ambientale).

La ASL non partecipa.

La Provincia di Frosinone, che avrebbe competenza in materia secondo la già citata DGR239/2008, con nota prot. 84471 del 31/08/2016, chiede alla Regione “di provvedere in sostituzione e stante la carenza di personale addetto, in merito al procedimento di rinnovo”.

c) Seduta conclusiva – 7 aprile 2017 

L’amministrazione comunale di Anagni e le associazioni ribadiscono la forte contrarietà al progetto. Oltre alla presenza in aula del sindaco Bassetta, dei tecnici comunali e dei rappresentanti delle associazioni di cittadini, molti cittadini di Anagni sono arrivati a Roma sotto gli uffici regionali per protestare. Con loro anche il Vescovo Loppa.

La presidente, ing. Tosini, prende atto della relazione tecnica che ARPA ha inviato il 23 marzo chiedendo la assoggettabilità a VIA, per aumento sostanziale di capacità di incenerimento (incremento del 20% su base annua, che diventa del 33% considerando la potenzialità giornaliera).

La seduta viene sospesa per approfondimenti sulla questione sollevata da ARPA.

Marangoni conferma i dati della richiesta: 48 ton/giorno, 15600 ton/ anno.

d) Determinazione 27 luglio 2017, n. G10636, pubblicata sul BURL n. 63, suppl. 2 – 8 agosto 2017 

Si dichiara positiva la valutazione conclusiva della conferenza di servizi.

3) NON FINISCE QUI…

 Contemporaneamente alla pubblicazione della determinazione G.10636, dalla stampa locale (quotidiano online anagnia.com del 09/08/2017)  abbiamo appreso dell’esistenza di una lettera inviata all’allora Sindaco di Anagni e, per conoscenza, all’assessore regionale Mauro Buschini, nella quale vengono formalizzati ulteriori 45 giorni di tempo a far data dal ricevimento della stessa per la presentazione “da parte di tutti i portatori di interesse, eventuali opposizioni e/o chiarimenti, osservazioni in proposito ai sensi dell’art. 14 quater comma 3 della legge 241/90.” Questa lettera, però, non è stata inviata a tutti i soggetti partecipanti alla conferenza di servizi.

Legambiente ha immediatamente scritto[7]all’ ing. Mauro Lasagna, contestando il mancato ricevimento della lettera che estendeva i termini del procedimento, ribadendo la propria opposizione al progetto e richiedendo il ritiro, in autotutela, della Determina G. 10636. 

Riteniamo che il parere positivo della Regione sia approssimativo e non tenga conto degli aspetti drammatici di inquinamento ambientale della zona di Anagni . 

Eppure, tali aspetti sono ben noti all’amministrazione, si ricorda infatti che:

•          Con la deliberazione n. 536 del 15 settembre 2016 pubblicata sul BURL ordinario n. 78 del 29 settembre 2016 la Giunta Regionale e gli Assessori hanno approvato “Aggiornamento dell’Allegato 4 della D.G.R. n. 217 del 18 maggio 2012 “Nuova zonizzazione del territorio regionale e classificazione delle zone e agglomerati ai fini della valutazione della qualità dell’aria ambiente in attuazione dell’art. 3, dei commi 1 e 2 dell’art. 4 e dei commi 2 e 5 dell’art. 8, del D.lgs. 155/2010” declassando , in classe 1, massimo livello di inquinamento ambientale per polveri sottili in atmosfera tutti i Comuni della Valle del Sacco, quindi anche il comune di Anagni ove risiede l’installazione. 

•          il 22 novembre 2016, il ministro dell’Ambiente Galletti ha firmato il decreto di riperimetrazione del Sito d’Interesse Nazionale Bacino del Fiume Sacco, ufficializzando così l’esito della Conferenza dei Servizi decisoria del 7 novembre 2016.  Il 04/08/2017, con decreto del ministero dell’ambiente n. 370 è stato approvato il documento “Linee guida sulle procedure operative ed amministrative per la bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) Bacino del fiume Sacco”. L’installazione Marangoni ricade pienamente nel perimetro del SIN.

Aggiungiamo che

sono in corso due procedure di infrazione europea riguardanti la qualità dell’aria, identificate come 2015/2043 e 2014/2147 [8]. La Comunità Europea contesta all’Italia di non aver messo in campo azioni efficaci per il superamento dei limiti di Biossido di Azoto e Particolato Sottile (PM10).

Per rispondere ai richiami dell’Europa, sono stati predisposti due protocolli operativi. Uno è recentissimo, sottoscritto dal Governo e dalle Regioni lo scorso 4 giugno[9]. L’altro protocollo sottoscritto dal Ministero e dalla Regione Lazio il 18/11/2018, riguarda il Lazio, con specifico e particolare riferimento alla Valle del Sacco e ad Anagni[10].

Per concludere

Sono in corso procedimenti giudiziari contro la delibera che autorizza la riaccensione dell’inceneritore Marangoni, tra questi ricordiamo il ricorso al TAR promosso da alcune associazioni e il ricorso al Presidente della Repubblica, promosso dall’amministrazione di Anagni.



[1]Determinazione Dirigenziale G10636 del 27 luglio 2017, pubblicata sul BURL n. 63, supplemento 2, dell’8 agosto 2017, pag.331 

[2]DGR 239/2008: Prime linee guida agli uffici regionali competenti, all’Arpa Lazio, alle Amministrazioni Provinciali e ai Comuni, sulle modalità di svolgimento dei procedimenti volti al rilascio delle autorizzazioni agli impianti di gestione dei rifiuti ai sensi del D.Lgs. 152/06 e della L.R. 27/98.

[3]Il provvedimento è formalizzato con la Determinazione del Dipartimento Ambiente e Protezione Civile n. 530 del 22 gennaio 2001.

[4]Il catalogo europeo dei rifiuti è l’elenco dei codici di classificazione dei rifiuti (Codice Europeo del Rifiuto, CER) secondo la direttiva 75/442/CEE

[5]Decreto Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale della Regione Lazio, n. 47 del 27 settembre 2006.

[6]ricordiamo che l’iniziale autorizzazione del 2000 era per 13000 tonnellate annue, passate a 14220 con il rinnovo del 2006, ben inferiori alle 15600 tonnellate annue oggetto della richiesta attuale.  

[7]https://legambienteanagni.com/2017/09/28/legambiente-in-prima-linea-contro-la-riaccensione-dellinceneritore-marangoni-di-anagni/

[8]http://eurinfra.politichecomunitarie.it/ElencoAreaLibera.aspx

[9]https://www.minambiente.it/pagina/clean-air-dialogues

[10]http://www.regione.lazio.it/rl_agricoltura/?vw=newsDettaglio&id=637